Un occasione sprecata


Ottimisticamente pensavo che l’occasione della ricorrenza dei  cento anni della nascita del PCI divenisse un occasione per una profonda riflessione della sinistra e non solo del PCI, sia nel versante riformistico che rivoluzionario ed invece ciò che sta emergendo è un conformismo pauroso .Lo scontro per la maggioranza degli intellettuali è stato tra la strategia del  PCI  dopo la rivoluzione Russa ed il Psi “ed oggi possiamo dire che i massimalisti hanno perso ed il pensiero socialista è quello vincente” questa è la sintesi dei vari soloni. Se da un lato manca completamente una critica seria sullo Stalinismo, non quello dell’Unione sovietica ma quello del PCI.  Non si calca la mano sullo scontro Gramsci-Togliatti, si sorvola sulle critiche degli anarchici, le aspre reprimende di Rosa Luxemburg a Lenin,  si fa quasi finta di niente sul ruolo nefasto di Togliatti in spagna contro anarchici e Troskisti per non parlare poi di come durante la resistenza i compagni/e di Bandiera Rossa vennero trattati dal Pci alla fine della guerra  accusati dato che non erano d’accordo con la linea del PCI di essere dei provocatori..(a Roma bandiera Rossa era la formazione più forte della resistenza, i suoi morti sono il triplo di quelli del PCI). D’altro canto questa esaltazione del socialismo fa ridere, in Germania e Gran Bretagna stanno ai minimi storici, in Francia si è quasi estinto …e tutto questo perché non si vedono differenze tra un centro destra ed i socialdemocratici sotto un punto di vista economico.  La differenza dovrebbe almeno essere sui diritti, ma anche al di la delle parole c’è una timidezza nei fatti. Come se la parola d’ordine fosse “mi raccomando non creiamo troppe divisioni”.

Cosa che veramente colpisce intellettualmente, ma forse era ampiamente prevedibile è il non indagare sulle splentite esperienze- sogni della classe sfruttata-movimenti:  dalla Comune di Parigi all rivolta di Krostad a quella degli Spartachisti a Berlno, All’esperienza delle brigate internazionali in Spagna…Per arrivare al movimento degli hippie  e poi delle Pantere Nere nella metà degli anni 60 Negli Usa e poi in Europa il 68 ed in Italia anche il  77. Le lotte operaie tra riscatto sociale ed il cercare di migliorare il proprio benessere economico e la voglia di liberarsi di ogni forma di autoritarismo “ Vietato vietare”….

L’eterno “tallone d’Achille” delle forme organizzative, il degenerare dell’uso del potere la lotta purtroppo ancora minoritaria che cerca di capovolgere il famoso detto “il fine giustifica i mezzi” mentre per “noi” i mezzi già prefigurano i mezzi. Altrimenti l’alternativa è la prefigurazione filosofica di Mao “l’uomo nuovo l’avremo tra mille anni” Cioè quando l’essere umano riuscirà a liberarsi dei mille condizionamenti che il sistema nel corso dei secoli gli ha inculcato nella testa.

Una discussione seria sarebbe quella di valorizzare quelle storie, perché è in queste storie che nasce la voglia di essere di sinistra … i valori di giustizia sociale , l’antiautoritarismo… e nel contempo di riflettere del perché  queste esperienze si siano esaurite grazie anche al fuoco del PCI prima e del centro sinistra poi. Marchiandole come provocatorie estremiste e velleitarie.

Insomma una occasione sprecata.